Riproduzione di Barbus Titteya
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di Paolo Bernardi

Tempo fa mi recai presso il mio negoziante di fiducia con il proposito di arricchire una delle mie vasche con un po' di movimento e di colore.
Cercavo chiaramente qualche ospite che non disturbasse le due coppie di Apistogramma presenti, quindi di temperamento tranquillo e di dimensioni molto contenute.
Il negoziante mi ha proposto degli esemplari di Barbus titteya dei quali ho acquistato sette esemplari che in un secondo momento si sono rivelati come quattro maschi e tre femmine.
Come per altre specie, il dimorfismo sessuale non è molto accentuato quando i pesci non sono giunti al loro stadio adulto, si nota però ben presto che il ventre delle femmine tende a diventare molto più pronunciato di quello degli esemplari maschi.
Inizialmente non mi ero prefissato il conseguimento di una riproduzione, perché i numerosi progetti in cantiere già superavano le mie possibilità in termini di tempo e di spazio, ma qualche giorno fa ho notato una delle femmine che presentava il ventre ingrossato.
In casa ospito già sei vasche, sarebbe per me impossibile aumentarne il numero, ma un tentativo volevo farlo senz'altro.
I Barbus titteya non praticano assolutamente cure parentali, ma abbandonano le uova al loro destino diventandone, essi stessi, i primi predatori già immediatamente dopo la fecondazione. Per questo motivo una riproduzione in vasca di comunità è praticamente impossibile.
Ho utilizzato un contenitore in vetro di forma cilindrica della capienza di circa 5 litri. Ho messo sul fondo uno strato di cannolicchi in ceramica di quelli comunemente utilizzati nei filtri biologici e ho riempito il contenitore con un litro di acqua della mia vasca (KH 2, GH 5, PH 6,5) e quattro litri di acqua osmotica (KH 0, GH 0, PH 5,5). Ho quindi inserito la femmina che presentava il ventre ingrossato e uno dei maschi. Né filtro biologico, né aeratore sono stati utilizzati, l'acqua è rimasta sempre a temperatura ambiente, tra i 22 e i 28 gradi centigradi. Purtroppo sono lontano da casa per lavoro tutta la giornata e ho possibilità di controllare gli acquari solo in serata, per cui non ho potuto osservare le fasi dell'accoppiamento. Nei primi due giorni ho semplicemente provveduto a cambiare un litro d'acqua utilizzando solo acqua osmotica e ho notato il maschio corteggiare insistentemente la femmina.
Il quarto giorno, mentre provvedevo al quotidiano cambio d'acqua mi è sembrato di notare qualche strano movimento tra i cannolicchi, da questa mia impressione allo stabilire con certezza che qualcosa si muoveva nel fondo è passata quasi un'ora di attenta osservazione, tanto sono piccole le larve che ho poi notato attaccate ai cannolicchi. Ho provveduto a spostare immediatamente i riproduttori nella loro vasca di comunità.Ho nutrito le larve con un mangime micro, dopo tre/quattro giorni ho cominciato ad utilizzare dei naupli di artemia appena schiusi che comunque venivano catturati con molta fatica dagli avannotti ancora piccolissimi. Intorno alla prima settimana di vita le larve hanno abbandonato la protezione offerta dal fondo di cannolicchi e hanno iniziato a nuotare liberamente nel contenitore cibandosi sia di artemia salina che di mangime in polvere. Nel frattempo ho notato che nella vasca di comunità un'altra femmina presentava il ventre ingrossato, purtroppo in casa ho esaurito lo spazio anche per i piccoli contenitori in vetro, ma la voglia di fare mi ha spinto a fare un tentativo al limite dell'incredibile. Ho preso una bottiglia di acqua minerale vuota in PVC da 1,5 litri, tagliato la parte superiore, inserito i cannolicchi sul fondo e l'ho riempita con circa un litro di acqua osmotica, quindi ho inserito la coppia nella bottiglia; tutto questo avveniva in tarda serata. Il giorno dopo rientrando dall'ufficio non pensavo ad altro che a quei poveri Barbus costretti in un solo litro.
Appena arrivato a casa ho deciso di porre termine a quella tortura, estraggo quindi dalla bottiglia la coppia e la rimetto nella vasca di comunità. Nel togliere i cannolicchi mi accorgo che sono pieni di minuscole uova. Non trovo giusto sacrificare i pesci in uno spazio così contenuto, ma è singolare verificare che questi animali si riproducono anche in uno spazio al limite della sopravvivenza.
Ad un anno di distanza mi trovo ad ospitare 32 Barbus titteya riprodotti nella mia vasca. Qualcosa nella riproduzione non è andata ottimamente perchè tutti e 32 gli esemplari si sono rivelati femmine. In questi giorni sto iniziando un nuovo tentativo....proverò a modificare i valori dell'acqua. In particolare utilizzerò un'acqua un po' più dura.

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