Dal nostro Francesco Zezza, Vietnam
La Spiaggia in oggetto si trova in località Ganh Dau (sull’isola vietnamita di Phu Quoc, nell’estremo sud del paese): qui, sovente in pochi centimetri di acqua calda e trasparente stazionano decine e decine di stelle marine rosse.
La spiaggia, a quanto è dato di sapere, venne scoperta (nel 2014) da Minh Thoa, una ragazza vietnamita, che la battezzò appunto come la “Spiaggia delle Stelle Marine Rosse”, ancora oggi è nota con questo nome.
In immagine – sotto - la posizione della spiaggia, relativamente all’isola di Phu Quoc stessa.
Coordinate geografiche:
- LATITUDINE: 10.37203618487389°
- LUNGITUDINE: 103.93729448318481°
Troppo complicato per voi? NON preoccupatevi qualsiasi abitante del luogo saprà indicarvi dov’è la spiaggia e qualsiasi taxi potrà portarvi, tutto sommato agevolmente, sin li…
La stella marina in questione, foto qui sotto, è (nomenclatura binomia docet): Protoreaster nodosus.
Quindi, brevemente e partendo da quanto sopra ecco il suo, molto schematico, “inquadramento”:
- Regno: Animalia
- Phylum: Echinodermata
- Classe: Asteroidea
- Ordine: Valvatidae
- Famiglia: Oreasteridae
- Genere: Protoreaster
- Specie: Protoreaster nodosus (Linnaeus, 1758)
Protoreaster nodosus, abita le acque calde e basse della regione marina indo-pacifica. Esemplari della specie sono, saltuariamente, disponibili sul mercato acquariofilo.
P. nodosus presenta file di spine coniche scure (disposte radialmente sul dorso che, col tempo, possono andare soggette a deterioramento), si ritiene che tali spine costituiscano una arma di difesa nei confronti di possibili predatori. Queste stelle presentano, abitualmente, cinque raggi (particolarmente rigidi) anche se esistono esemplari “anomali” a quattro, ma anche, a sei raggi.
P. nodosus può raggiungere i 30 cm di dimensione e si presenta, nella maggioranza dei casi, con una colorazione rosso/aranciato presentando differenti sfumature/maculature ma possono essere rinvenuti anche esemplari sui toni del crema/marrone in differenti tonalità. Io, di questi ultimi, NON ne ho visti così come non ho avuto modo di osservare soggetti con un numero “anomalo” di raggi.
La specie, come detto, soggiorna di preferenza in acque basse di aree sabbiose/fangose (leggermente) e può, occasionalmente, essere rinvenuta all’asciutto (lungo la battigia) durante le “basse” di marea, specie se queste sono pronunciate. Si tratta di un soggetto carnivoro opportunista che, in acquario, attacca anche coralli e spugne (meditate gente, meditate!). Ci sono state osservazioni, in natura, di esemplari intenti a nutrirsi anche di ricci di mare. Intorno a dette stelle può accadere che si muovano, come “commensali”, piccoli gamberi, piccole ofiure e/o differenti avannotti.
Tra le loro principali minacce si annovera – manco a dirlo – l’eccesso di prelievo per la realizzazione di souvenir, circostanza che ha portato ad un forte depauperamento delle colonie presenti in natura (a Phu Quoc, però, non ne ho vista neppure una esposta sui banchetti con in mostra le immancabili “brutture per turisti”).
La specie correlata Oreaster reticulatus presente, a sua volta, nelle acque atlantiche presenta le medesime perplessità/problematiche in termini di protezione della specie. Ad ogni modo nella “Red List” di IUCN il suo stato – parlo di Protoreaster nodosus - viene riportato come “Not Evaluated”.
E per finire, alcune immagini, raccolte – come usa dire fra coloro che hanno studiato – “in situ”:
Dal pontile (che porta al ristorante della spiaggia) l’osservazione è agevole.
Notare la diversa dimensione (e posizionamento) delle spine che varia da esemplare ad esemplare.
A basse profondità il movimento dell’acqua può causare dei bizzarri effetti ottici (sopra).
Protoreaster nodosus rinvenuta, come detto, in zona … “semi-asciutta”.
Ancora un confronto di … “stili”: le differenze possono essere marcate: in foto ho giustapposto i due soggetti per facilitare il confronto.
Per concludere l’esposizione, propongo un’immagine delle spiagge di Phu Quoc, dove ho soggiornato brevemente in occasione del Capodanno del Tet 2019. La costa visibile sullo sfondo, in secondo piano, è quella della vicinissima Cambogia.
Da notare – da ultimo - che l’appartenenza di quest’isola al Viet Nam – piuttosto che alla Cambogia - fa parte di quelle “bizzarrie geografiche” in base alle quali, ad esempio, molte isole del Canale del Mediterraneo risultano essere di pertinenza italiana pur essendo più vicine alle coste africane.