Esperienze di riproduzione di Corydoras Aeneus Albini
//

di Francesco Simoncelli

Quello che descrivo in queste righe, è il resoconto della riproduzione dei Coridoras Aeneus Albini avvenuta nella mia vasca di comunità e portata successivamente avanti in un mini acquario a parte. Ringrazio di cuore Anita Vergari per il suo magnifico sito e per tutti i consigli ricevuti e che mi hanno aiutato non poco nel seguire le varie fasi della riproduzione.

La vasca di comunità di cui parliamo è una 90x40x50 industriale, con filtro esterno a cestello, illuminata con due lampade fluorescenti compatte da 40w, una 840 e una 950, impianto CO2 a zucchero e lievito. Le piante presente presenti in vasca sono:  Hygrophila polysperma e siamensis, Heteranthera cardinalis, Cryptocoryne, Nymphea lotus zenkeri red, Vallisneria e Anubias nana. La fauna annovera 2 Scalari livrea classica e pinne a velo, 1 Scalare gold, 5 Barbus tytteya, 10 neon, 2 Microgeophagus Ramirezi e i 6 Corydoras albini. I valori dell’acqua: pH 6,8 gh 11, kh 5, no2 assenti, no3 25 mg/l, t 25°.

La riproduzione è avvenuta in modo casuale, perché installando una vaschetta per curare uno dei pesci rossi di mia suocera ho inavvertitamente staccato il riscaldatore: il calo di temperatura (2° circa) che ne è conseguito, oltre a causare l’ichtyo ai miei ramirezi, ha avviato la riproduzione dei cory che in natura avviene nella stagione piovosa. Ho subito notato  una maggior vivacità dei pesci che poi si sono riprodotti, che hanno iniziato a rincorrersi lungo la vasca e le pareti. La femmina, più grande e con la pancia gonfia di uova, è stata corteggiata e fecondata da più maschi, più piccoli di lei, usando una particolare ‘posizione a T’. Maggiori dettagli su questa particolare posizione si possono leggere in questo articolo di SpazioHydra. La femmina quindi ha deposto le uova fecondate, che ha – in un primo momento –  trattenuto tra le pinne ventrali, sulla parete dove c’è la corrente in uscita dal filtro. Le deposizioni si sono poi susseguite ad intervalli di pochi minuti, ed ogni volta la femmina ha deposto  una decina di uova.  Io sono riuscito a raccoglierne circa 90 in una sala parto: hanno la caratteristica di essere molto adesive, le ho tolte dal vetro una ad una, prima che venissero mangiate dagli altri pesci e dagli stessi cory, passandoci delicatamente un dito sopra finchè non mi rimanevano attaccate; poi le ho riattaccate, sempre delicatamente, nella sala parto. Questo passaggio l’ho eseguito facendo uscire le uova dall’acqua, ma nonostante questo modo di procedere sia in genere vivamente sconsigliato, ho ottenuto una  percentuale di schiusa superiore al 90%. La femmina ha continuato a deporre per un paio d’ore ancora. Normalmente i cory  aeneus depongono 200 uova circa: quelle che non sono riuscito a raccogliere,  sono state molto gradite da scalari e ram. La mia idea iniziale era quella di mantenere la sala parto nella vasca grande, ma poichè le uova non vanno tenute sotto la luce diretta, ho provato a schermare il coperchio con l’alluminio da cucina, ma la sala affondava. Fortunatamente, ho un altro piccolo acquario da 10 litri netti dove tenevo temporaneamente una femmina di guppy e delle caridina japonica, con minifiltro biologico e plafoniera snodata; quindi ho deciso fare di necessità virtù portando la guppy nella vasca di comunità (e poi indietro al negozio), successivamente ho sostituito l’acqua dell’acquarietto con altra proveniente dalla vasca grande e ci ho velocemente spostato la sala parto. Ho orientato la plafoniera in modo che non andasse direttamente contro le uova ed ho diretto l’uscita del minifiltro in modo che lambisse la sala parto, garantendo il necessario ricambio d’acqua, ho infine aggiunto una decina di gocce di blu di metilene per non farle ammuffire.

La schiusa è avvenuta dal 3° al 5° giorno successivo alla deposizione, secondo la temperatura, parametro che non è importante per i corydoras paleatus, le cui uova possono anche essere tranquillamente tenute a temperatura ambiente (in natura si trovano anche nei fiumi argentini, a latitudini temperate), mentre lo è un po’ di più per gli aeneus che avrei comunque potuto tenere anche a temperatura ambiente visto che a casa mia, in inverno, questa difficilmente scende sotto i 19°. Ho comunque preferito installare un piccolo riscaldatore da 10W, di quelli senza termostato. Dopo 3 giorni però è successo un imprevisto: le ventose del filtro hanno ceduto proprio la notte della schiusa ed il flusso d’acqua è andato direttamente contro la sala parto, così le larve sono uscite tutte e sono stato costretto a recuperare anche le caridine e a passarle nella vasca di comunità. Ho chiesto lumi su IHA circa l’opportunità di tenere o meno il filtro acceso, mi è stato consigliato (da Enrico Cattani, che ringrazio anche qui) di spegnerlo e così ho fatto; avrei fatto meglio a toglierlo del tutto dalla vasca, perché qualche avannotto è entrato nelle feritoie e non è più uscito, e purtroppo me ne sono accorto solo quando era troppo tardi. Una volta che si spegne il filtro è opportuno procedere con cambi d’acqua giornalieri del 10%; in caso contrario si paga un tasso di mortalità alquanto elevato....

Gli avannotti appena nati si sono alimentati per qualche giorno dal sacco vitellino: quando questo si è completamente riassorbito ho iniziato a somministrare il cibo. Io ho optato per un’alimentazione a base di compresse di spirulina polverizzate, alle quali ho unito anche un pizzico di mangime per avannotti in polvere, somministrandone due o tre pizzichi tre volte al giorno, avendo cura al momento del cambio d’acqua di rimuovere dalla superficie quello che non affondava, usando un bicchiere di carta. Quando gli avannotti hanno raggiunto le dimensioni di un  centimetro di lunghezza ho inserito tre lumache neritina zebra per ripulire la vaschetta dallo strato di alghe che si era formato ovunque; quando hanno esaurito il loro compito ne ho tenuta una ed ho spostato le altre due nella vasca di comunità, sostituendole con un'ampullaria, più veloce nel mangiare gli avanzi, che poi ho comunque riportato nella vasca di comunità quando ho riacceso il minifiltro. I piccoli ormai sono cresciuti, hanno raggiunto la taglia ‘commerciale’ e sono nella vasca di comunità con i loro genitori.

Immagine005
Immagine005 Immagine005
2005_1031_2...
2005_1031_201009 2005_1031_201009
2005_1224_1...
2005_1224_105926 2005_1224_105926
DSCF1864
DSCF1864 DSCF1864
 

Video

Playfish

  • Playfish pubblicazioni (25)

    Playfish era un foglio di informazione acquariofila, pubblicato gratuitamente a cadenza irregolare fino al 2009 da appassionati provenenti da varie associazioni italiane. 
    Qui potete trovare tutti i numeri di Playfish usciti, gli speciali in collaborazione con altre associazioni hobbistiche e i calendari con le più belle foto scattate dai soci di tutte le associazioni italiane.

Cerca