Esperienze di riproduzione di Apistogramma Nijsseni
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Testi ed immagini: Giovanni Tertulliani

Vorrei fare un salto indietro nel tempo, tornando alla fine del 1995. Ad essere sinceri, le foto riportate nel testo "The most complete colored lexicon of cichlids" del dr. Axelrod non mi avevano entusiasmato molto, ma la foto in 4° di copertina del testo "Ciclidi nani" di Linke e Staeck ed il relativo testo dedicato, mi convinsero "di botto" ad acquistare Apistogramma Njsseni, per tentarne la riproduzione.
Pertanto mi misi subito all'opera riarredando opportunamente un vecchio acquario di circa 220 litri netti, fino a quel momento abitato da Ciclidi nani del lago Tanganika, con l'inserimento di una folta vegetazione (compatibilmente con il budget di spesa previsto), costituita principalmente da Cryptocorine. Inoltre ho provveduto ad inserire nell'acquario anche alcuni legni, pietre piatte, una anforetta ed alcuni piccoli mattoni forati per favorire la scelta del luogo piu' opportuno per la eventuale deposizione.

Le caratteristiche fisiche dell' acqua sono quelle dell'acqua di rubinetto della mia zona di Roma (ph 7,5 circa ; durezza totale 16-18° GH), che decisi di non modificare. In attesa di trovare A. Njsseni e dopo 10 giorni dall'allestimento, decisi di procedere ad un primo giro di acquisti, inserendo 8 piccoli Pterophillum Scalare (5 pinne a velo e 3 selvatici), come gruppo "importante", 1 Chaetostomus Thomasi e 4 Otocinclus, come "mangiatori di alghe", 3 Acanthopsis Choirorhynchus e 2 Acanthophthalmus, come "pulitori di fondo". Dopo alcuni giorni di ricerche, riuscii ad individuare un negozio che aveva nelle proprie vasche un gruppo acclimatato di A.Njsseni, a quel tempo non facili da reperire nei negozi di acquariofia romani. L'esito rapido e positivo della ricerca, anche per quanto riguarda la salute dei pesci, è stato in gran parte dovuto alla buona volontà di un mio caro amico, nonchè grande esperto ed appassionato di acquariologia e biologia in generale, Giancarlo Iocca. Scelsi 1 maschio e 2 femmine tra i pesci che mi sembrarono maggiormente in salute e li portai a casa, eravamo alla fine di novembre 1995.

Quasi subito notai quello che sarebbe stato il comportamento tipo dei miei A. Njsseni, ovvero frequenti combattimenti tra le due femmine, senza alcun intervento significativo da parte del maschio. Al contrario quest'ultimo nel giro di due giorni si era creato un territorio abbastanza vasto, circa metà acquario, dal quale scacciava senza particolare aggressività tutti gli altri pesci, comprese le due femmine. Il comportamento sopra descritto è stato, inoltre, caratterizzato da due particolarità: - nessuna aggressività nei confronti degli Acanthophthalmus presenti nell'acquario, aspetto che risulterà deleterio durante le deposizioni; - una incredibile aggressività nei confronti degli innocui Acanthopsis, che sono stati aggrediti sistematicamente ed inseguiti dappertutto nella vasca, tanto è vero che periodicamente mi capitava di trovarli rifugiati nel filtro biologico. Dopo pochi giorni dall'inserimento nell'acquario anche una delle due femmine si creò un piccolo territorio con al centro un legno dotato di una piccola cavità a forma di grotta.
Il 15 dicembre (16 giorni dopo l'introduzione in acquario) notai il maschio A.Njsseni stazionare con tranquillità all'interno del territorio della femmina sopracitata, partecipando con lei nell'attività di allontanamento degli altri coinquilini. Il giorno dopo (16 dicembre), senza essere stata preceduta da particolari attività di corteggiamento, avvenne la riproduzione. Purtroppo l'evento si verificò durante la mattina, in mia assenza causa lavoro. Al mio rientro, trovai la femmina che entrava ed usciva dalla cavità, con fare molto aggressivo. Il maschio era tornato alla sua attività normale. Le uova, di colore arancione, erano state deposte sul soffitto della cavità, il numero non era ben definibile per la particolarità della collocazione; comunque, per quanto ho potuto osservare non credo fossero più di una trentina. La temperatura dell'acquario era di 24° C. Il 23 dicembre (7 giorni dopo la deposizione) la femmina decideva di spostare gli avannotti dentro una piccola anfora, mezza nascosta dalle Cryptocorine.

Il maschio, che con il passare dei giorni aveva ripreso ad avvicinarsi al luogo della deposizione, collaborava con la compagna scacciando gli altri abitanti della vasca dalla zona ed in particolar modo la seconda femmina di A.Nijsseni. Tutto normale, pensai in quel momento, rammaricandomi di non aver pronta e disponibile una macchina fotografica. In realtà mi attendeva una sgradita ed inattesa sorpresa. Infatti, l'anforetta era stata, da sempre, eletta a rifugio dagli Acanthophthalmus che non pensarono nemmeno per un momento di sgombrare il campo. Mi aspettavo una reazione violenta da parte della coppia di Njsseni, invece non accadde nulla. O meglio non accadde quanto da me atteso; al contrario la femmina continuò tranquillamente a trasportare i piccoli e sputarli dentro l'anfora ma senza scacciare i "malefici" serpentelli. Con sbalordimento e senza che potessi fare niente per intervenire, vista la rapidita' degli avvenimenti, dovetti assistere al pasto degli avannotti da parte degli Acanthophthalmus.

Insieme a me assisteva anche l'Apistogramma Njsseni femmina senza minimamente intervenire. Il maschio continuava ad inseguire per tutta la vasca gli altri pesci. Il 19 gennaio 1996, 33 giorni dopo la prima, si verificò la seconda deposizione, con lo stesso identico comportamento della prima, stessa temperatura di 24°C e stessa fine degli avannotti, avvenuta il 26 gennaio. Dopo questo secondo episodio, ho riflettuto a lungo su un mio possibile intervento nell'acquario, e, ricordo che optai per una politica di "non intervento", con le seguenti motivazioni:

* difficilmente sarei riuscito a togliere gli Acanthophthalmus senza creare eccessivo disturbo all'ambiente creato
* togliere l'anfora avrebbe significato sia privare di un riferimento i pesci sia privare l'acquario di un oggetto attraente, tenuto anche conto anche dei giochi e delle evoluzioni effettuate dagli Acanthophthalmus intorno e dentro di essa.

Decisi pertanto di aspettare e verificare, auspicando frequenti deposizioni, una qualche presa di posizione da parte dei Njsseni. Il 12 marzo si verificò la terza deposizione, T=25°C; questa volta, dopo una significativa litigata con la femmina, il maschio si arrogò il diritto di divorare tutte le uova. Il 10 maggio, 4° deposizione, con una temperatura pari a 26°C; i due riproduttori, questa volta, vengono eccessivamente disturbati dalla seconda femmina, divenuta estremamente intraprendente. Il risultato fu la sparizione delle uova durante la notte, probabilmente mangiate da entrambi i genitori. Il 12 giugno, con una temperatura di 28°C, si verificò la 5° deposizione, senza particolari attriti tra i partners e gli altri coinquilini. Purtroppo gli avannotti seguirono la sorte delle prime due deposizioni, ovvero vennero divorati dagli Acanthophthalmus una volta trasportati all'interno dell'anforetta. Il 10 luglio morì improvvisamente la femmina non riproduttrice; la trovai la sera al rientro a casa in prossimità dell'imboccatura del filtro.

Il risultato fu la sparizione delle uova durante la notte, probabilmente mangiate da entrambi i genitori. Il 12 giugno, con una temperatura di 28°C, si verificò la 5° deposizione, senza particolari attriti tra i partners e gli altri coinquilini. Purtroppo gli avannotti seguirono la sorte delle prime due deposizioni, ovvero vennero divorati dagli Acanthophthalmus una volta trasportati all'interno dell'anforetta. Il 10 luglio morì improvvisamente la femmina non riproduttrice; la trovai la sera al rientro a casa in prossimità dell'imboccatura del filtro.

Comunque la vita nell acquario andava avanti; si era infatti formata una prima coppia nell ambito del gruppo di 8 scalari, ora ridotti a 6 per la mia decisione di ridurre parzialmente la densità di pesci nell'acquario, al fine di favorire la riproduzione dgli A. Nijsseni. Il 18 di luglio la coppia di Scalari, si riproduceva su una foglia di Crinum Natans (Calamistratum ?), scacciando persino il maschio di A.Njsseni che fino a quel momento aveva spadroneggiato nella vasca.
Agosto, Settembre, Ottobre e Novembre si sono succeduti senza che la coppia di A.Nijsseni si riproducesse ulteriormente, sostituita in ciò dalla coppia di Scalari che aveva cominciato a deporre con un ritmo mensile. Cosa molto strana, a parte la prima deposizione, nella quale gli avannotti arrivarono a nuotare, poi divorati dagli altri abitanti della vasca o finiti dentro al filtro, tutte le successive deposizioni furono caratterizzate da un lauto pasto delle uova ad opera del maschio. Tornando agli Apistogramma, devo dire che il loro comportamento è proseguito senza evoluzioni particolari né nella routine tra maschio e femmina né nei rapporti con gli altri abitanti della vasca. La fine delle deposizioni mi convinse che la coppia era ormai vecchia o demotivata, oppure che per qualche segreto motivo, aveva improvvisamente perso l'istinto riproduttivo. Prciò, a metà dicembre decido di togliere i Nijsseni e riportarli al negoziante, per dedicarmi con maggiore attenzione agli Scalari.

L'esperienza con questo pesce non è stata completa in quanto priva del momento significativo rappresentato dall'allevamento dei piccoli. Per quanto riguarda la mia esperienza posso supporre che tale attività sarebbe stata totalmente a carico della femmina, non avendo il maschio mai brillato particolarmente nella cura e difesa delle uova. Per quanto concerne il comportamento devo dire che A. Nijsseni si è rivelato un pesce dotato di una forte aggressività, ma non distruttiva; infatti, la difesa del territorio viene effettuata prevalentemente con parate di minaccia e gonfiando le branchie alla stregua di molti altri ciclidi ben più grossi. Non ha mai attaccato in maniera significativa le pinne degli Scalari e non si è mai avventurato nelle zone alte dell'acquario (il livello di acqua del mio acquario è di 55 centimetri). Gli scontri più violenti sono stati quelli intraspecifici, verificatisi tra gli esemplari dello stesso stesso (le due femmine).

Lascio ad altri più esperti di me dare una risposta definitiva al particolare comportamento messo in atto dalla coppia di Apistogramma Nijsseni nei confronti degli Acanthophthalmus; la mia idea personale è la seguente: forzare la convivenza in acquario (ambiente comunque ristretto) di specie che in natura vivono in areali differenti è sempre rischioso e può dare atto a reazioni non sempre gestibili usando la logica umana. Infine un cenno sull'alimentazione: ho utilizzato cibo secco in scaglie, krill congelato, larve rosse di zanzara congelate e lombrichi a pezzetti, tutti ugualmente bene accetti.

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